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Bernhard
Anderes, Guida d'arte della Svizzera Italiana CASTEL SAN PIETRO Chiesa parrocchiale di Sant’Eusebio, su uno sperone al di sopra del villaggio. Una delle piú splendide creazioni del barocco ticinese. Documentata dal 1270, l'odierna chiesa, eretta negli anni 1670/78 dall'arch. Agostino Silva, ha il coro e la facciata realizzati da Francesco Pozzi nel 1736. Successivamente arricchita, fino al 1785. Restauri nel 1912. Costruzione longitudinale con coro concluso da un'abside poco aggettante; a nord: campanile del 1599 con ultimo piano barocco. Facciata a due ordini con corpo centrale serrato da pilastri e definito da un timpano. Sontuoso interno. Pilastri corinzi portanti il vigoroso cornicione scandiscono la navata con le quattro cappelle laterali e il coro. Volta a botte con due riquadri contenenti le figure dei Santi Eusebio, Vittore, Pietro e Paolo. Stucchi tardosecenteschi. Nel coro architettura, stucchi e pittura si uniscono a formare un insieme particolarmente armonioso. Gli affreschi sulla volta rappresentano la Glorificazione la Croce e la Trinità accompagnate da angeli oranti nella calotta dell'abside, e sono da ariose stuccature rococò realizzate dall'artista Francesco Pozzi nel 1759. e ricordano quelle della Germania meridionale. Grandi tele sulle pareti del coro: Battesimo di Sant'Eusebio e Concilio di Milano, dipinte da Carlo Innocenzo Carlone, 1759. Altare maggiore del 1760 con tempietto, di Antonio Monzini; il retablo in stucco racchiude una pala raffigurante il Martirio di Sant'Eusebio, databile all'inizio del sec. XVIII. Nella prima cappella nord: grazioso altare rococò, con statua di Sant'Antonio da Padova eseguita da Giovanni Albino Carabelli, 1755; il paliotto in scagliola è firmato da Carlo Giuseppe Pancaldi, 1807. Nella seconda cappella: notevole altare in stucco con bassorilievi raffiguranti i Santi Fermo e Defendente, e il gruppo della Crocifissione accompagnata da angeli, opera di Giovanni Battista Barberini di Laino (Val d'Intelvi), 1689. Il maestoso Crocefisso con il grappolo di sangue alla ferita del costato viene forse da una bottega artistica spagnola ed è databile al 1600 ca. I due dipinti della Flagellazione e dell'Incoronazione di spine sono di Domenico Pozzi, 1785. Posteriormente, a destra: altare delle Povere Anime, con affresco centrale del Purgatorio, e stucchi di Pietro Pozzi 1721/24; il paliotto in scagliola del 1800 ca. sembra essere opera del Pancaldi. Nella cappella della Madonna: sontuoso altare in stucco con colonne ritorte e statue dei Santi Gioacchino e Giuseppe, oltre che una scultura lignea dell'Assunta, 1680 ca., e sui lati altre figure in stucco dei Santi Gioacchino e Giuseppe. Sopra il quadro laterale, notevoli bassorilievi in stucco entro lunette: il Sogno di Giuseppe e la Fuga in Egitto. Balaustrata del coro in marmo policromo, dell'artista Pelegatta di Viggiú (Varese). Ricco frontale d'organo del 1771 e tribuna dal parapetto a dipinti ornamentali. Nella navata, a sinistra verso il coro: pulpito ligneo di Giovanni Albino Carabelli, 1755 ca. Sopra il confessionale di sinistra e sulla porta della sagrestia: dipinti di Angelo Pozzi, 1785. In sagrestia: armadio riccamente ornato. |
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Terra
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